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Tornare al Sud senza essere risucchiati dalla famiglia: come ci sono riuscita

porta, serratura, lucchetto

Decidere di tornare al Sud dopo anni di assenza non è mai semplice, si corre il rischio di sentirsi spaesati e di incorrere in vecchie dinamiche familiari, dalle quali magari avevi fatto di tutto per scappare. In questo articolo ti parlo di come riuscire a vivere (bene) al sud senza ricadere in quelle stesse dinamiche e dei modi che hanno aiutato me a superarle.

Perché parti (da cosa fuggi)?

Tornare al sud dopo aver preso la decisione di andare via non è mai semplice, per una serie di motivi diversi.
Molti di noi sono cresciuti con l’idea di dover andare fuori per affermarsi e per essere persone di successo, perché “qui non ci sono possibilità”. Altri sono partiti con la curiosità di scoprire tutto quello che qui non c’era. Altri di noi sono partiti per tagliare il cordone ombelicale con la famiglia, per dimostrare a sé stessi che potevano emanciparsi e imparare a badare a sé stessi.

In ogni tipo di rapporto si creano infatti delle dinamiche che, a lungo andare, diventano abitudini, specialmente se non ne si è consapevoli. Il rapporto con la famiglia è forse quello più difficile da gestire: per alcuni versi può essere uno dei più belli e intensi, per altri può essere il più difficile e il più soffocante. E’ un rapporto che nasce insieme a noi, nel quale per buona parte del tempo non siamo noi a stabilirne le regole ma i nostri genitori o i fratelli maggiori. Ad un certo punto, però, c’è uno switch. Ti svegli una mattina e ti accorgi che non ti piacciono molte dinamiche che lo caratterizzano: non ti piacciono i modi di comunicare né i modi di non comunicare, non ti piacciono certe abitudini e magari neanche tutta la confidenza che la tua famiglia si prende nel dare consigli non richiesti.

Parliamoci chiaro, non è semplice e non è colpa di nessuno. Le dinamiche famigliari sono tra le più complesse che ci siano e probabilmente il 99,9% degli psicologi e analisti lo confermerebbe senza alcun problema. Sono dinamiche che contribuiscono a definire il nostro carattere e probabilmente anche buona parte dei nostri problemi da adulti!
Non è facile prenderne consapevolezza ma, se ci riesci e sei una persona del Sud Italia, la prima cosa che farai sarà probabilmente quella di fare le valigie e mettere una distanza di almeno 800/1000 kilometri tra te e la tua famiglia.

Tornare al Sud: aspettative vs realtà

tramonto-mare-tornare al sud

Dopo anni lontano da casa, dopo aver vissuto innumerevoli esperienze diverse, dopo aver imparato a cucinare, fare la lavatrice, pulire casa, pagare le bollette e stare al mondo decentemente, può succedere che per qualche strana congiunzione astrale ti venga in mente di tornare a vivere nella tua terra.
Le aspettative saranno probabilmente altissime, perché ogni volta che torni, quei dieci giorni all’anno, ti trovi così bene che “perché no?” – pensi. “Sicuramente le cose saranno cambiate rispetto a dieci anni fa”, “Se trovo un buon lavoro giù posso vivere davvero bene”, “Mi piacerebbe vivere vicino al mare” e altre innumerevoli di queste supposizioni si rincorrono nella tua mente, facendoti dimenticare, forse, alcuni dei principali motivi per i quali sei andato via.

Quando pensi alla famiglia, pensi solo al fatto che i tuoi stanno invecchiando, quindi forse è anche meglio tornare giù così non saranno soli, potrai aiutarli, essere più presente, goderti finalmente del tempo di qualità con loro.

E poi, nessuno può portarti via tutta l’esperienza maturata negli ultimi anni e tutta la consapevolezza che hai acquisito sulla tua persona.

Così fai il passo e torni. Qui le strade sono due: o torni a vivere a casa dei tuoi, o prendi un posto tuo. In entrambi i casi, probabilmente non ci metterai molto a renderti conto che tornare al Sud è un po’ più complicato di quanto immaginassi. Per una serie innumerevole di motivi.

Se sei fortunato, hai sfruttato il covid e sei tornato all’interno di quel fenomeno chiamato “South Working“: cioè hai mantenuto il tuo lavoro, ma puoi farlo felicemente vivendo al sud invece che al nord.

Qualunque sia, sia stata, o sarà la tua situazione, essere risucchiato dalle dinamiche familiari può rappresentare un grosso problema.

  • Perché non è facile dire di no;
  • Perché sei appena tornato e quindi hai davvero voglia di passare più tempo con la tua famiglia;
  • Perché probabilmente dentro di te c’è una percentuale di “people pleaser” quindi vuoi rendere tutti felici, finendo per non avere più tempo per te.

Tornare al Sud: la mia esperienza

Quando avevo quindici anni ho deciso che appena possibile sarei andata via di casa e avrei iniziato la mia vita. E così ho fatto.
E’ stato bellissimo, perché mi ha permesso, non solo di vivere in una città ricca di stimoli e culture diverse, ma anche e soprattutto di iniziare un viaggio alla scoperta di me stessa.
Vivere senza dare conto a nessuno, senza dare spiegazioni, con i miei tempi e i miei orari.
Vivere scegliendo accuratamente nuove regole da seguire.
Quando ne avevo ventotto, le regole della mia vita erano già cambiate tante volte e, alla fine, mi hanno portata a scegliere di tornare a casa.

La mia famiglia non è particolarmente appiccicosa, non si intromette molto nella mia vita, non sta troppo a dirmi cosa dovrei o non dovrei fare. Eppure, se sono qui a scrivere questo articolo, significa che è un argomento sensibile per me. E ammetto che è stato motivo di sofferenza quando ho deciso di tornare a vivere al Sud.

tronco, albero, spirale

Qualunque cambiamento porta con sé un po’ di scompiglio con al seguito una lista, più o meno lunga, di dubbi. Serve tempo per metabolizzare di essere tornata a vivere nel posto dal quale sei scappata. La mia famiglia, con tutte le migliori intenzioni del mondo, ha sempre cercato di supportarmi e facilitarmi in questo cambiamento, spesso non rendendosi però conto che, così facendo, mi stavano “imponendo” il loro modo di cambiare.

Dopo qualche settimana, mi sono accorta che stavo facendo cose che non mi andava di fare, magari perché secondo mia madre quello sarebbe stato il momento più opportuno per farle; mi sono ritrovata a mettere in dubbio il mio modo di vestire, le mie abitudini quotidiane, le abitudini alimentari.

Ad un certo punto avevo più dubbi che certezze e la mia mente navigava nel caos.

Avevo una grande confusione e mi domandavo in che direzione stessi andando in quel modo. Ma soprattutto, nessuno sembrava rendersene conto. Perché per i miei cari, io ero la stessa persona che era partita, quindi i miei gusti erano rimasti invariati, dovevo avere fame agli orari in cui avevamo sempre mangiato, ricevevo consigli non richiesti sul mio modo di vestire e sulle decisioni che prendevo; il mio umore era soggetto a interrogativi che mettevano in dubbio la mia scelta di tornare.

Mi sentivo soffocare e così ho deciso di mettere un freno. Col senno di poi non credo di essere stata cattiva o fredda (anche se ogni tanto mi ci sono sentita). Ho solo fatto ciò che mi serviva per stare bene.

Come sganciarsi dalle dinamiche familiari

Ci è voluto del tempo e un po’ di raziocinio per non fare le valigie e andare via di nuovo, ma oggi sono contenta di essere rimasta; la mia vita è migliorata, insieme al rapporto con la mia famiglia. Ci sono ancora dei momenti in cui alcune cose non mi vanno giù, quindi ecco cosa ho fatto e cosa faccio per non ricadere in dinamiche che non fanno più per me:

1. Prendo le distanze, stabilisco dei limiti

2. Dico di no

3. Mi concedo del tempo da sola, spesso in silenzio, per capire le mie necessità

4. Ricordo a me stessa che la vita è mia e io sono l’unica che può prendere decisioni al riguardo

5. Provo ad esprimere in modo chiaro il mio pensiero e i miei bisogni

6. Ricordo a me stessa i motivi per i quali ho deciso di tornare a vivere al sud

cumulo di pietre-tornare al sud

Come ogni cosa, anche questa è un processo.

E in quanto tale, c’è bisogno di tempo e di spirito di adattamento. Il tutto senza mai dimenticare le tue motivazioni, chi sei e perché lo stai facendo.

E’ importante ricordare che la nostra famiglia ci vuole bene, nonostante tutto. E probabilmente neanche loro sanno bene come gestire la vicinanza, dopo anni di lontananza. Servono un po’ di prove per trovare l’incastro migliore, ma una volta trovato, tutto sarà più semplice.

Probabilmente alcune di queste dinamiche sono comuni a tutti i rapporti umani, e quello che rende i rapporti familiari più complessi è che sono rapporti che ci portiamo dietro da tutta la vita, dove c’è molta confidenza e, per di più, con persone che non abbiamo scelto noi. Perché nei fatti è così: si dice che gli amici siano la seconda famiglia, visto che incontriamo persone affini a noi e scegliamo di tenerle nella nostra vita. Con la famiglia, però, è tutto il contrario. Tuttavia questo non deve per forza significare che sia impossibile andare d’accordo e far valere le proprie idee, anzi! I rapporti familiari, per quanto possano essere complicati e sfidanti, possono diventare per noi anche motivo di crescita.

Conclusioni

Le dinamiche familiari sono così diverse e variegate che non è semplice scioglierne i nodi. Questo articolo non è un oracolo di risposte, ma vuole essere piuttosto un’opportunità di confronto – tra chi, come me, ha affrontato un ritorno al sud – partendo da riflessioni che vengono dalla mia esperienza personale. Com’è stato per te tornare al sud e gestire le dinamiche familiari? Vuoi raccontare la tua? Ti aspetto nei commenti!

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